CALL

La Società Italiana di Pedagogia Generale e Sociale è lieta di inviarvi la call per il quinto numero della Rivista della SIPeGeS “Cultura pedagogica e scenari educativi” (n. 1/2025).
Attendiamo i vostri abstract e vi chiediamo la cortesia di segnalare la call anche ai colleghi delle università straniere, che sapete essere interessati al tema.

L’esperienza formativa e gli effetti dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) è pervasiva e largamente diffusa, produce grande ricchezza e abbondanti investimenti, presenta opportunità e rischi – di cui, di fatto, ignoriamo i confini – e sta subendo un’accelerazione che sta cambiando il mondo.

Il campo di incontro tra IA e pedagogia è recente. Siamo agli albori di questa relazione, non abbiamo ancora un vero e proprio terreno comune e manca anche un lessico (abbastanza) condiviso. Vista la rilevanza e l’urgenza, però, dobbiamo provare a chiederci quale sia il compito (se ha senso pensare che ci sia) della pedagogia nei contesti e negli ambiti dell’IA.

In prima approssimazione, e in linea generale, potremmo dire che la pedagogia potrà/dovrà avere una funzione critica e riflessiva nei confronti dell’IA. Più nello specifico, la pedagogia e la ricerca pedagogica – vincendo timori iniziali e panico – sono chiamate a contribuire a indagare e approfondire le problematiche etiche sollevate dall’IA, quelle antropologiche legate all’interazione uomo-macchina e le questioni connesse ai modelli dell’apprendimento. A questo proposito, in IA si parla di machine learning (apprendimento automatico) e di deep learning (apprendimento profondo): quanto è diverso l’apprendimento umano dall’apprendimento di una macchina, nello specifico di una rete neurale implementata su un computer? Tutto ciò pone alla pedagogia questioni epistemologiche di grande rilevanza. Facciamo un esempio. Ci sono diversi tipi di IA. Nella cosiddetta GOFAI (Good Old-Fashioned Artificial Intelligence), basata sul cognitivismo e sulla logica, il codice e la programmazione (l’input) è umano, e il risultato (l’output) rimane, in un certo senso, umano – semplicemente la macchina esegue i compiti più velocemente. Qui le differenze tra insegnamento-apprendimento umano e artificiale sono abbastanza evidenti. In una rete neurale, invece, che è un sistema connessionista, statistico inferenziale, stocastico, la generalizzazione a partire dai dati, e quindi l’apprendimento, “emerge” – a un certo punto, non sappiamo bene perché e come. In questo caso, le differenze tra uomo e macchina sembrano decisamente più sfumate. Questo esempio ci porta a chiedere in che cosa si discosti la dimensione umana da quella artificiale: c’è una specificità dell’umano? Ci piacerebbe poter rispondere in maniera affermativa a questa domanda, ma non si tratta di una risposta scontata. In ogni caso, se c’è una specificità dell’umano, qual è? E quali sono gli effetti in ambito pedagogico, nel contesto storico-culturale nel quale ci troviamo, di una domanda così generale?

Con la presente call si intende sollecitare la comunità pedagogica a condividere riflessioni su due questioni:

  • Qual è la differenza specifica tra un’esperienza educativa tra umani e umani e una tra umani e macchine?
  • Perché un soggetto umano dovrebbe desiderare di essere educato e formato da un umano piuttosto che da una macchina?
  • Oltre i semplici dualismi, come cambia, se cambia, con l’avvento delle tecnologie dell’IA in ambito educativo, il concetto di ibridazione?

 

L’abstract (sia in lingua italiana sia in lingua inglese) deve essere seguito da max. 5 keywords (in italiano e in inglese). La lunghezza di ciascuna versione dell’abstract (in italiano e in inglese) deve essere compresa tra i 400 e i 900 caratteri (spazi inclusi). L’abstract deve contenere il senso dell’intero lavoro: quadro teorico, metodologia, esiti e prospettive.

Deadline

Presentazione abstract (solo via mail all’indirizzo rivista@sipeges.it ): 26 gennaio

Sottomissione articolo (solo attraverso piattaforma OJS della Rivista): 13 aprile

Pubblicazione: Giugno/Luglio 2025

https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/sipeges/about/submissions

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The Società Italiana di Pedagogia Generale e Sociale is pleased to share the call for papers for the 5th issue of the SIPeGeS journal “Cultura pedagogica e scenari educative” (n. 1/2025).
We look forward to receiving your abstracts and kindly ask you to share this call with colleagues from foreign universities who may be interested in the topic.

The Educational Experience and the Effects of Artificial Intelligence

Artificial intelligence (AI) is pervasive and widespread, generating immense wealth and attracting significant investments. It presents opportunities and risks – whose boundaries remain largely unknown – and is accelerating in ways transforming the world.

The intersection of AI and pedagogy is relatively new. We are at the dawn of this relationship: a common ground is yet to be established, and even a shared lexicon is still lacking. However, given its relevance and urgency, we must ask ourselves whether pedagogy has a role (if it makes sense to think it does) in the contexts and domains of AI.

At first glance, and in general terms, one might say that pedagogy could/should play a critical and reflective role in AI. More specifically, pedagogy and pedagogical research – overcoming initial fears and panic – are called upon to explore and deepen ethical issues raised by AI, anthropological concerns related to human-machine interaction, and questions about learning models. In this regard, AI discusses machine learning and deep learning: how different is human learning from a machine, particularly a neural network implemented on a computer? These understandings and discussions raise highly significant epistemological questions for pedagogy. Take, for instance, the different types of AI. In so-called GOFAI (Good Old-Fashioned Artificial Intelligence), based on cognitivism and logic, the code and programming (input) are human, and the result (output) remains, in a sense, human – the machine merely performs tasks faster. Here, the differences between human and artificial teaching-learning processes are relatively evident. In contrast, in a neural network, which is a connectionist, statistical-inferential, and stochastic system, generalization from data – and thus learning – “emerges” at some point. However, we do not fully understand why or how. In this case, the differences between humans and machines appear more nuanced. This example invites us to question how the human dimension differs from the artificial one: is there a specificity for human beings? We would like to answer this question affirmatively, but such an answer is far from self-evident. If there is a human specificity, what is it? And what are the pedagogical implications of such a broad question in the current historical-cultural context?

This call invites the pedagogical community to share reflections on three key questions:

  • What is the difference between an educational experience among humans and one between humans and machines?
  • Why would a human subject prefer to be educated and trained by another human rather than a machine?
  • Beyond simple dualisms, how does the concept of hybridization change, if it does, with the advent of AI technologies in education?

 

The abstract (both in Italian and English) must be accompanied by a maximum of five keywords (in Italian and English). Each abstract version (Italian and English) must be between 400 and 900 characters (including spaces). The abstract must encapsulate the essence of the entire paper: theoretical framework, methodology, results, and perspectives.

Deadline

Abstract submission (via email only to rivista@sipeges.it): January 26, 2025

Full article submission (via the journal’s OJS platform only): April 13, 2025

Publication: June/July 2025

https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/sipeges/about/submissions

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